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Mittente |
Battista Giuseppe |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
5/1/1653 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Avellino |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
La lettera di Vostra Paternità Reverendissima mi ritrova in Avellino |
Contenuto e note |
Battista riferisce di trovarsi ad Avellino dove ha trascorso le feste di Natale presso il "Signor Principe" [Francesco Marino Caracciolo]; si rallegra del nuovo incarico dell'Aprosio [la carica di Vicario generale della Congregazione di Genova]; comunica che per via delle attenzioni del principe di Avellino ha dovuto ritardare la stampa della 'Poetica' [che uscirà postuma a Venezia presso Combi e La Noù nel 1676]; inoltre ha mandato alle stampe, presso Baba, la seconda parte delle Poesie ['Poesie meliche', Venezia, Baba, 1653] e spera di licenziare al più presto la 'Vita del Beato Felice Cappuccino' [Venezia, Baba, 1654], opera che ha intessuto di digressioni morali. Annuncia di voler leggere la seconda parte dello 'Scudo di Rinaldo' e invia all'Aprosio un epigramma per il capitolo "Che poco durino le robe di Chiesa". Rinnova il desiderio di conoscere quale sia l'autore dell''Anima di Ferrante Pallavicino' [Villafranca, 1646]; pertanto chiede all'Aprosio, qualora lo sapesse, di riverargli il nome con la promessa di mantenerne il segreto. |
Fonte o bibliografia |
Gino Rizzo, Lettere di Giuseppe Battista al padre Angelico Aprosio, "Studi secenteschi", XXXVIII, 1997, pp. 267-318, pp. 289-290. |
Compilatore |
Riga Pietro Giulio |
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