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Mittente |
Rossi Ottavio |
Destinatario |
Corsini Accursio |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
Bergamo |
Incipit |
Chi perfettamente considera le fatiche del Padre Celestino |
Contenuto e note |
La lettera è un’apologia fatta da Ottavio Rossi al bergamasco Padre Celestino [Colleoni]. Rossi dice ad Accursio Corsini che padre Celestino, autore delle 'Storie Bergamasche' ['Historia quadripartita di Bergamo et suo territorio, nato Gentile, et rinato Christiano', in Brescia per gli Sabbi, 1617] merita di essere lodato perché "se bene egli non avesse il parer di molti non ha tralasciato di ricever quella verità che si conviene all'historie e d'abbellirla con apparati e discorsi politici cristiani e affettuosi". Rossi sottolinea l'importanza della "narrativa" [il racconto storico] che "comporta il bisogno e la curiosità dei presenti che vivono e di quelli che vivranno dopo di noi". Rossi ha avuto modo di ragionare con Padre Celestino e lo stima per i suoi costumi, la sua virtù e la sua bontà, nonostante avesse avuto prima di conoscerlo qualche "mal affetto" per la lettera pubblicata da quell'accademico [non identificato] contro Elia Capriolo (Caprioli o Cavriolo) "che mai non ebbe pensiero di offender i bergamaschi con la verità di ciò che egli descrisse de nostri annali" ['Chronica De Rebus Brixianorum', Brixiae, diligenter impressum per Arundum de Arundis hortatu et auspitio clarissimi. D.D. Francisci Bragadini, 1505]. Padre Celestino non aveva motivo, secondo Rossi, di irritarsi contro i bresciani e disse la verità quando narrò le vicende e le guerre della sua città [la rivalità tra Brescia e Bergamo è molto più antica, storicamente può essere fatta risalire a una serie di scontri che si dipanarono lungo tutto il XII secolo]. Sostiene, inoltre, che i bresciani e i bergamaschi sono quasi lo stesso popolo perché sono collegati da parentele che si sono create a causa delle migrazioni di famiglie - da Bergamo a Brescia e viceversa - da più di settecento anni, tesi sostenuta anche dallo stesso Rossi nelle 'Historie Bresciane' [fa riferimento a un'opera incompiuta: le 'Historie Bresciane' in XXXVII libri; delle 'Historie' esistono due manoscritti custoditi presso la biblioteca Queriniana di Brescia: 'Storie Bresciane dall'originale autografo' D.I.6.; 'Istorie Bresciane dalla fondazione della città fino all'anno 1110' C.I.6.; Cfr. la dedicatoria degli 'Elogi Historici di Bresciani Illustri, teatro di Ottavio Rossi', in Brescia, per Bartolomeo Fontana, 1620, ove si fa riferimento a una futura opera storiografica] nelle quali vengono “onorati e celebrati” i bergamaschi. Una volta che ha conosciuto padre Celestino, Rossi ha capito che non era il tipo di persona disposta a offendere gli altri, per questo motivo ha preparato un' apologia [fa riferimento a un'opera mai pubblicata 'Apologia contro la storia Patria di padre Celestino da Bergamo', del ms. si sono perse le tracce, vd. Antonio Fappani, 'Enciclopedia Bresciana, vol. 10', Brescia, La voce del Popolo, 1999, p. 293]. A seguire fa presente al destinatario che Celestino ha scritto le sue storie con quella eloquenza che può essere messa sullo stesso piano dei grandi storiografi che vanno dal greco Tucidide ai romani Tito Livio, Quinto Curzio, Crispo Sallustio, Cornelio Tacito, al rinascimentale Francesco Guicciardini ai contemporanei Pietro Matteo [Pierre Matthieu] e il Conenstaggio [Gerolamo De Franchi Conestagio detto anche Gerolamo Franci Conestaggio]. Pertanto invita Corsini ad apprezzare Celestino da Bergamo. |
Fonte o bibliografia |
Lettere del sig. Ottavio Rossi. Raccolte da Bartolomeo Fontana. Con gli argomenti, & nella tavola ridotte sotto a i loro capi. In Brescia per Bartolomeo Fontana, 1621, p. 10 |
Compilatore |
Marzullo Giacomo |
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