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Mittente |
[Cebà] [Ansaldo] |
Destinatario |
Congregazione dell'Indice |
Data |
27/8/1621 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
[Roma] |
Incipit |
I giudicij che fan Vostre Signorie Illustrissime deono |
Contenuto e note |
Ansaldo Cebà indirizza una lettera aperta alla Congregazione dell'Indice [la lettera è recapitata al Cardinale Alessandro d'Este con una missiva datata 27-08-2016, "Io non riconosco merito in me perché mi debba", al fine di far giudicare al Cardinale se inviare o no la presente alla Congregazione] a mo' di difesa del suo poema [A. Cebà, La Reina Esther, Genova, Pavoni, 1615, poi Milano, Bidelli, 1616]. Il Cebà in risposta alla sospensione del poema [l'autore era stato avvisato della sospensione del suo poema dal segretario della Congregazione dell'Indice, Francesco Madaleni Capodiferro (Francesco Maddaleno Capiferro), senza però venire mai a conoscenza di tutte le motivazioni] propone "di corregger i luoghi condannati per via della prefatione che mando con questa [non pervenuta], nella quale supplendo io a quel che debbo per ubidire a cotesto sacro Tribunale, non mi resta necessità di ritoccar il libro e di ristamparlo"; spiega infatti come a causa del suo stato di salute [era in cattive condizioni di salute] sia impossibile per lui pensare ad una ristampa. Esprime infine il suo dolore per non aver soddisfatto in tutte le parti del poema il giudizio della Congregazione e supplica di accettare questa soluzione [la prefazione] "che sarei venuto a' piedi loro per dimandarla, s'havessi havuto tanta forza da mettermi in viaggio" |
Fonte o bibliografia |
Carmela Reale Simioli, Ansaldo Cebà e la Congregazione dell'Indice, in "Campania Sacra", XI-XII, 1980-1981, pp. 173-174 |
Compilatore |
Caporale Chiara |
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