Mittente Cebà Ansaldo Destinatario D'Este Alessandro
Data 27/8/1621 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo [Roma]
Incipit Io non riconosco merito in me perché mi debba
Contenuto e note [Autografa] Ansaldo Cebà scrive al Cardinale Alessandro d'Este una missiva in cui espone il dubbio che, come già espresso in una precedente missiva [lettera indirizzata al Cardinale datata 20-08-1621 "Vostra Signoria Illustrissima persevera a consolarmi con"], dietro alle accuse mosse dalla Congregazione dell'indice [le accuse di cui è a conoscenza il Cebà riguardano l'erotismo di alcuni episodi e la scarsa attinenza alla Bibbia] contro il suo poema [A. Cebà, La Reina Esther, Genova, Pavoni, 1615, poi Milano, Bidelli, 1616] ci sia la presenza di un personaggio importante a lui sconosciuto [di cui non viene detto il nome]. Il Cebà spera che il suo dubbio sia infondato; se dovesse, al contrario, rivelarsi vero "voglio pregar Dio altrettanto per la salute del mio avversario quanto la Congregazione per l'assolution del mio libro". Cebà chiede al Cardinale di far avere a suo nome "a quei s(igno)ri della Congregatione" una lettera aperta [lettera indirizzata alla Congregazione dell'Indice, allegata alla presente, "I giudicij che fan Vostre Signorie Illustrissime deono esser accettati"] come anticipo di una difesa più esaustiva "quando più distintamente mi saran significati i motivi che gli [la Congregazione dell'Indice] han persuasi a sospendere il mio Poema". Si affida infine alla prudenza del Cardinale per l'invio o no della lettera alla Congregazione.
Fonte o bibliografia Carmela Reale Simioli, Ansaldo Cebà e la Congregazione dell'Indice, in "Campania Sacra", XI-XII, 1980-1981, pp. 172-173
Compilatore Caporale Chiara
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