Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Castello Bernardo
Data 8/3/1615 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Firenze Luogo di arrivo [Genova]
Incipit La lettera per Savona io la raccomandai assai a Vostra Signoria
Contenuto e note Dopo avergli raccomandato la lettera per [sua moglie Lelia Pavese, cfr. lettera del 22-2-1615: "Degli altri affari io scrissi la settimana passata: ora io le mando una festa"], scrive a Castello e gliene raccomanda una per Giovan Vincenzo Imperiale. Si sta comportando come i Cardinali: quando gli affari vanno per le lunghe, usano delle belle parole. Chiede quindi a Castello di fargli avere la sua lettera. Ha inviato al signor Pier Giuseppe Giustiniano [nobile genovese, destinatario più importante dell'epistolario dopo Castello. Poco più che quindicenne, stando alla data di nascita solitamente riportata, 1591 circa, il Giustiniani era stato già dedicatario dell''Alcippo, favola boschereccia', Genova, Pavoni, 1614] alcune canzoni composte per la corte [di Toscana] ['Alcune canzoni di Gabriello Chiabrera, composte per la corte di Toscana', Firenze, Caneo, 1615], ed egli le farà avere anche a [Luciano] Borzone. Non le ha inviate direttamente al Borzone perchè pensa che, per quella mercanzia, non valga la pena di pagare "il porto". [A Firenze] ha conosciuto un musicista [Domenico Visconti, compositore vissuto tra la metà del XVI secolo e il 1626, data certa della sua morte a Roma] che ha composto e stampato alcuni madrigali e ha chiesto a Chiabrera di inviare il suo libro a Genova, per farlo conoscere. Lo invierà per nave dal porto di Livorno, e quando Castello lo riceverà dovrà inviargli una lettera in cui conferma di aver ricevuto il libro e di averlo fatto leggere al maestro di cappella [di Genova]. Aggiunge che il quadro [il 'Crocifisso'] di Tiziano era di Maria Chiabrera sua cugina [cfr. lettera del 7-11-1614: "La pioggia e le marine cattive non hanno lasciato navigare Patrone Antonio Oseria", la morte della cugina lo aveva lasciato libero di vendere il quadro] e Chiabrera lo aveva ottenuto in cambio di un prestito fattogli; ora Maria è morta, e lui è libero di tenersi il quadro. Chiede ancora a Castello di fargli sapere quanto potrebbe valere indicativamente il quadro, visto che fino a quel momento Chiabrera era restio a venderlo per il motivo dichiarato.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 257
Compilatore Marchesi Marina
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