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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Castello Bernardo |
Data |
6/6/1614 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Ho con due lettere salutata Vostra Signoria e ora mando Raffè mio servitore a Genova |
Contenuto e note |
Avendo inviato il suo servitore Raffè a Genova per alcuni affari, Chiabrera coglie l'occasione per salutare Castello; gli ha già inviato un sonetto ['Dicea sul Tebro: or la stagion sen viene'], ma non sa se lo ha ricevuto [cfr. lettera del 22-5-1614: "Mando a Vostra Signoria un sonetto: i molti fastidi presi per parenti in negozi contra mio genio"]. Sta risistemando la sua libreria, e ha deciso di liberarsi di qualche tomo poichè "veramente i troppi libri mi fanno perdere tempo"; li ha quindi dati al suo servitore che dovrà consegnarli a Castello, che a sua volta dovrà venderli al "libraio nostro savonese" [?]. Nel frattempo, Chiabrera si dedica all''Amedeide' [Genova, Pavoni, 1620] e se Castello avrà voglia di rileggerla dovrà provvedere a modificare i disegni [cfr. lettera del 5-12-1613: "Sultana si avvelena sedendo in su la sponda del letto, ove giacea il cadavere di Ottomano"], almeno nel numero visto che i canti sono aumentati a diciotto e potrebbero persino diventare venti. Dopo la data aggiunge una nota: se ci sarà bisogno della licenza del padre inquisitore per vendere i libri, Castello dovrà inviargli Raffè. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 242 |
Compilatore |
Marchesi Marina |
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