Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Castello Bernardo
Data 7/7/1611 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit Io ho letto il libro, che rimando a Vostra Signoria: ne ho preso consolazione per più cagioni
Contenuto e note Ha letto il libro [le 'Rime' stampate da Ansaldo Cebà, Roma, Zannetti, 1611, cfr. lettera del 27-7-1611: "Duolmi grandemente il vostro dispiacere; ma in questo mondo è arte antica il seppellire" ] e lo rimanda; la pubblicazione delle sue opere "in un luogo così ragguardevole" gli fa onore, ma coglie l'occasione per esprimere un giudizio sulle rime del Cebà, che crede un po' inattuali. Per quanto riguarda l''Amedeide' [Genova, Pavoni, 1620], Chiabrera ha fatto quanto ha potuto: come Castello già sà, in quel periodo si è sentito poco bene e non ha potuto lavorare molto. Ma Chiabrera non cerca le lodi di Castello, suo amico: sarà poi il pubblico a decidere se amare o rifiutare il libro. Anche le opere del Tasso non sono state accettate dal pubblico quando egli era ancora in vita, ma le critiche sono sparite dopo la sua morte; e allo stesso modo, quelle all'Ariosto. A Chiabrera non interessa, o non sembra interessare molto del giudizio del pubblico: ha passato la sua vita "corteggiando le Muse, ed Omero, e Virgilio, e gli altri ingegni ammirabili", esattamente come desiderava. Questa "ricreazione presente lo ristorerà dalla futura gloria non acquistata".
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 216
Compilatore Marchesi Marina
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