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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Castello Bernardo |
Data |
27/6/1611 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Duolmi grandemente il vostro dispiacere; ma in questo mondo è arte antica il seppellire |
Contenuto e note |
Esprime le sue condoglianze a Castello che ha subito una perdita, forse familiare. Chiabrera si è adoperato per cercare il sonetto del Signor Stigliani, ma non l'ha trovato: Castello potrà riferirgli che non l'ha mai ricevuto, visto che in quel momento si trovava in visita al Duca di Savoia ferito, e non ha potuto continuare a scrivere. Giovanni Vincenzo Imperiale aveva dunque detto la verità, e Chiabrera spiega anche le sue motivazioni: ha ridotto e modificato l''Amedeide' [Genova, Pavoni, 1620]. Questo perchè vorrebbe pubblicarla senza il consenso del Principe, ma teme che i reverendi padri inquisitori avranno qualcosa da ridire, e desidera perciò che Castello lo raccomandi ad essi. Chiabrera si augura di poter passare qualche giorno in compagnia di Castello e gli chiede se per caso ha avuto una copia del libro stampato a Roma dal Signor Ansaldo Cebà [probabilmente le 'Rime', Roma, Zannetti, 1611, in cui erano stampati anche un suo sonetto 'Il pregio altier che l'immortal Farnese' e una canzonetta 'Alcun giorno'] perchè gli piacerebbe leggerlo. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 215 |
Compilatore |
Marchesi Marina |
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