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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Castello Bernardo |
Data |
2/12/1595 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Nemesi dea della vendetta, la quale tenesse Amore |
Contenuto e note |
Manda alcuni soggetti per dei quadri. Nel primo, Nemesi, con sguardo grave e priva di emozione, tiene Amore, spaventato, incatenato mentre Sdegno, infuriato e vestito con pelle di orso, lo trafigge con delle frecce. Per il secondo, attinge dall''Iliade' di Omero, dove, nel libro XIX [vv. 91 e sgg.], Giove scaraventa la dea Ate sulla terra e consiglia di dipingere Giove che tiene Ate per le braccia e la trascina con violenza verso il basso. Come terzo soggetto propone di rappresentare ancora un passo dell''Iliade', dal libro XI, dove Omero dice che le Lite, le preghiere, vanno dietro ad Ate, l'offesa, poiché gli uomini prima si offendono tra di loro, poi pregano l'offeso per placarlo. Una volta dipinti questi soggetti, suggerisce di aggiungere dei motti per spiegare il loro significato. Penserà anche a dei motti tratti dai "Profeti" da usare per la Natività dipinta dal Castello. Chiede infine che se nel suo studio ha qualcosa di pronto, glielo mandi, soprattutto se ha un dipinto di [Lorenzo] Cambiaso. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 84 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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