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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Titi Roberto |
Data |
14/11/1595 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Lungo silentio ho tenuto con Vostra Signoria così |
Contenuto e note |
Si scusa per il lungo silenzio, dicendo che sperava di incontrare di persona il Titi, ma alcuni problemi lo hanno costretto a rimanere in patria. Manda una "ciancetta" [i versi non sono più allegati alla lettera] e chiede che l'amico corregga gli errori. Riferisce che il Cavalier Guidi [?] gli ha favorito la sua amiczia, portandogli i saluti di molti gentiluomini, specialmente di Lorenzo Salviati, ambasciatore presso il Cardinale d'Austria [Alberto VII di Asburgo]. Spera che non sembri strano che abbia dimostrato la sua "riverenza" al suddetto signore con i versi che manda [anche questa composizione non è più allegata alla lettera]: se qualcuno disdegna un tale pagamento, lo assolva da ogni debito di riconoscenza. Chiede che Titi faccia da tramite e consegni a Salviati la composizione, raccomandandolo come suo servitore. Il tema per la composizione, che parla delle api, lo ha pensato leggendo le 'Georgiche' di Virgilio [IV, vv. 197-205] in cui afferma che le api "sieno vergini". Se dovesse scrivere qualche lettera a Salviati, chiede che gli indichi il titolo con cui rivolgersi a lui, poiché sa che è un parente del Granduca [Ferdinando I de' Medici]. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 83 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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