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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Titi Roberto |
Data |
26/7/1595 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Io son ben certo che Vostra Signoria parla di me |
Contenuto e note |
Non nega che [Torquato] Tasso eguagli Omero, come afferma il Titi, ma si sottrae al giudizio poiché è stato suo amico e la sua opinione sarebbe di parte. Ritiene buona cosa che i "sublimi spiriti", nati in Toscani, si accostino a Pindaro e si domanda cosa si dovrebbe dire lui, che è nato e cresciuto in un luogo dove non ci sono letterati di valore. Scelse la strada delle lettere con la poesia perché gli sembrava una cosa nuova, ma fino a questo momento dice di aver composto solo "coserelle". Desidera che il suo ardimento possa ispirare altri a intraprendere questa strada. Si compiace del fatto che le lettere per Giovanni [de' Medici] siano arrivate a destinazione e che i "signori" siano a Venezia: chiede che gli comunichi il loro ritorno. Spera di recarsi a Firenze durante l'autunno per confrontarsi con lui riguardo ad alcune questioni. Non ha componimenti da mandare perché Lorenzo [Fabri] li ha già consegnati al Titi. Manda i suoi saluti a [Giulio] Dati. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 78 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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