Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Titi Roberto
Data 13/6/1595 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo Firenze
Incipit Così è; come io scrissi a Vostra Signoria era mosso
Contenuto e note Ricorda che era a Genova, pronto a partire per la Toscana, quando è stato richiamato a casa [cfr. 19.5.1595. Io era in via per venirmene a Firenze e quivi baciare le mani]. Il motivo è l'arresto di un suo amico, che non si è ancora risolto. Sostiene che le 'Amarillidi' [cfr. lettera del 27.2.1595, 'Hebbi l'Apollonio; e commisi che a Vostra Signoria'] non sono cosa da "cinquanta anni". Appena sarà passato il caldo spera di riuscire a recarsi a Firenze, ma poiché desidera incontrare il Titi, chiede che gli faccia sapere se sarà in città in autunno. Durante il suo soggiorno vuole anche porgere i suoi omaggi a [Jacopo] Corsi e agli altri signori. Riguardo alla pastorale [cfr. lettera del 18.3.1595, 'Se Vostra Signoria mi vuol costringere a credere'], soddisferà la sua richiesta e gliene manderà una copia, altrimenti gliela porterà di persona. Chiede che porga i suoi saluti a [Giulio] Dati per conto di [Ambrogio] Saliniero (Salinieri) che vuole ringraziarlo per le 'Historiae' di Sallustio. Chiede notizie su dove si trovino Giovan Battista Strozzi e Giovan Battista Vecchietti.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 75
Compilatore Chiesa Federica
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