Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Titi Roberto
Data 25/1/1595 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo Firenze
Incipit Haud ignara mali miseris succurrere disco
Contenuto e note Inizia la lettera citando un verso di Virgilio ['Eneide', I, v. 630, "Non ignara mali miseris succurrere disco"] e chiede di ponderarlo secondo le circostanze. Riferisce di soffrire da ormai due settimane dello stesso male di cui il Titi si lamenta. Chiede che la copia di Apollonio [Rodio] ['Argonautiche', cfr. lettera del 26.11.1594, 'Non conviene che Vostra Signoria pigli fatica a scrivermi'] sia mandato alla posta di Genova e indirizzato a Lorenzo Fabri che è incaricato di ritirare la sua corrispondenza. Lo prega anche di riferire a [Jacopo] Corsi che Scipione Gabriello è partito per la Spagna. Ringrazia il Titi per le lodi che ha ricevuto, ma gli chiede di non affannarsi se il soggetto è "difettoso". Cerca di dissuaderlo dalle speranze che ripone nell''Amedeide' [Genova, Pavoni, 1620] e di non aspettarsi che riesca ad eguagliare [Torquato] Tasso perché lo ritiene inimitabile. Tuttavia scrivere dopo Virgilio non è una presunzione. Ribadisce di aspettarsi poco da lui perché non gli è possibile innalzare il verso che Tasso ha portato "sopra le nuvole". Quando ripensa a come ha iniziato a scrivere l''Amedeide', si meraviglia di come si sia messo in cammino, ma si sforzerà di portarla a termine. E poiché nessuno ha ancora visto una sola parte del poema, sarà sempre in tempo a bruciarla. Riguardo ai versi che gli ha inviato, non è d'accordo sul fatto che abbia usato "suoni bassi", ma si domanda se sia opportuno che la poesia non si serva anche di una metrica non aulica e se conviene che l'innamorato e il condottiero usino lo stesso verso. Così facendo risulteranno sullo stesso piano chi "scherza" e chi "amaestra". Dante scelse la terzina come verso eroico, ma il Bernia [Francesco Berni] la usò per una poesia non aulica. Nonostante la poesia sia un'arte inutile, si riflette molto al riguardo e chi si sofferma su cosa le si conviene affermerà che la poesia toscana è stata fino a questo momento poco ricca e Firenze dovrebbe fare in modo che si arricchisse. Chi scrive teme di essere "scomunicato" dalle Muse, se non lo fa imitando gli antichi: si domanda allora perché scrivere se l'hanno già fatto gli antichi. Loda Tasso per non essersi lasciato vincolare dai "ceppi" posti dagli ammiratori pedanti di Aristotele. Gli piacerebbe che la poesia toscana avesse molti poeti e non uno solo con molti "scimiotti". Chiede infine che bruci la lettera e riferisce la sua speranza di passare a Firenze per far visita a lui e ai signori dopo Pasqua.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 63
Compilatore Chiesa Federica
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