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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Castello Bernardo |
Data |
4/9/1594 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Per dipingere una volta di loggia, o di sala, nella quale non fosse luogo |
Contenuto e note |
Per dipingere una loggia o una sala in cui c'è spazio per una sola storia, propone di rappresentare la caccia di Calidonia e la riporta così come la descrive un poeta [Ovidio, 'Metamorfosi', VII, vv. 299 sgg]. Consiglia di rappresentare la caccia nel momento in cui il cinghiale fu ferito e inseguito da cacciatori. L'ambientazione deve essere una selva con colli e pianure; i cani che inseguono la preda devono essere di diversa razza, qualcuno ferito e qualcuno morto. I cacciatori, a cavallo o a piedi, sono Meleagro insieme ad Atlanta (Atalanta), Giasone, Castore e Polluce, Piritoo e Teseo, Nestore su un albero, Mopso, Telamone caduto a terra e aiutato da Peleo, Eupalemone ferito [Ovidio in realtà parla di Ipasso], Pelagone, Alceo e Oritio morti. Se lo spazio è ampio, consiglia di aggiungere altri giovani che siano comunque vari per età e fattezze. Tutti i personaggi devono essere in movimento con gesti "feroci e vivi". Se intorno ci fossero delle "lunette" da riempire, penserà a dei soggetti. Riferisce di essere stato in villa [a Legino] e che la vendemmia è stata scarsa. Al suo ritorno, Lorenzo [Fabri] è stato a fargli visita, proprio nei giorni in cui Giulio Saliniero (Salinieri) e Giovan Battista Ferreri (Ferrero) hanno avuto una "questione" e sono rimasti feriti, ma senza troppi danni: hanno fatto pace il giorno prima, ma Chiabrera è rimasto "dolentissimo". |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 53 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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