Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Castello Bernardo
Data 27/6/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit Domenico Becchio mi ha portato la lettera di Vostra Signoria
Contenuto e note Domenico Becchio (o Becco o Bicchio) ha recapitato la lettera del Castello, ricevuta da Chiabrera con gioia perché la prima dopo la sua partenza [da Genova]. È felice del fatto che anche il Castello abbia stretto amicizia con [Ambrogio] Saliniero (Salinieri) che è uno dei suoi più cari amici. Riguardo alle stanze dell' 'Amedeide' [primo nucleo del poema poi edito in Genova, Pavoni, 1620] [inviate con la lettera del 7.5.1591, 'Io mi partì la mattina seguente sì come io dissi a Vostra Signoria'] ringrazia che le abbia fatte leggere anche ad altri signori, ma, anziché ricevere complimenti, preferirebbe sentire le critiche, così da capire i difetti e poterli correggere, o, conoscendo le sue vere forze, abbandonare l'impresa. Vorrebbe inoltre sapere ciò che ne pensano i signori. Riguardo al ritratto [cfr. lettera del 7.5.1591, 'Io mi partì la mattina seguente sì come io dissi a Vostra Signoria'] intende ripagarne la gentilezza non appena avrà un componimento degno del Castello. Tra lo stile dei pittori e dei poeti c'è una tale somiglianza [cfr. Orazio, Ars poetica, v. 361] che il debito potrà ritenersi saldato. Mentre era a Genova, dietro consiglio di Lorenzo [Fabri], aveva cercato di conoscere Fabio Diodati, ma questi si trovava a Piacenza. Ora sa che è tornato in città, perciò annuncia che, quando si troverà anche lui a Genova, andrà a presentarsi di persona. Intanto ha scritto una lettera per Diodati che manda aperta cosicché il Castello e Lorenzo [Becchio, o Becco o Bicchio] possano leggerla e poi consegnarla. Riguardo alle canzonette ha notato i due versi criticati, anche se per errori "leggeri", ma li correggerà per il suo ritorno a Genova e per il volere del Padre Inquisitore. Chiede che il Castello ottenga per lui l'autorizzazione alla stampa dall'Inquisizione, così da rendere il suo soggiorno più breve. Annuncia che giungerà a Genova alla fine del raccolto e informerà il Castello del suo arrivo. Nel caso in cui l'amico non si trovi in città per allora, chiede che gli sia riferito riguardo alla sorte delle canzonette. Riferisce che Pompeo Arnolfini gli aveva chiesto un componimento sulla morte di Zenobia [Doria], ma, quando la richiesta è stata fatta, era appena morta la madre [Geronima Murasana] e non era riuscito a soddisfare il desiderio. Allega ora il sonetto che ha poi scritto ['Pianta ch'eccelsa in su la piaggia alpina', in 'Delle poesie nuove del Signor Gabriello Chiabrera raccolte da Piergirolamo Gentile', Venezia, Ciotti, 1605] e chiede un parere. [Ambrogio] Saliniero gli ha riferito di aver visto in casa di Camillo Moneglia le "imagini de' Prencipi di Ghisa" dipinti dal Castello e si duole di non aver avuto notizia dei dipinti quando era a Genova. Chiede dunque di poterli vedere durante la sua prossima visita.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 12
Compilatore Chiesa Federica
Torna all’elenco dei risultati