Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Farnese [Alessandro o Ranuccio o Odoardo]
Data 12/4/1589 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Parma]
Incipit Che io habbia tentato di porre in versi alcuna loda di Vostra Eccellenza Illustrissima
Contenuto e note Non deve sembrare strano a [Alessandro o Ranuccio o Odoardo] Farnese il fatto che Chiabrera abbia deciso di scrivere dei versi su di lui perché è giusto scrivere degli uomini grandi [i versi non sono più allegati alla lettera; esistono alcuni componimenti dedicati al duca Alessandro Farnese: 'Febo immortal, che splendi', 'S'a me scendon mai l'amiche Muse', entrambe in Canzonette (Genova, s.t., 1591), 'Tu che sull'ali, dispregiando il suolo', in Gabriello Chiabrera, 'Opera lirica', a cura di Andrea Donnini, Genova, RES, 2005, vol. 4, p. 209]. Non avrebbe mai osato tanto se non per l'insistenza di Pompeo Arnolfini. Spera che Farnese perdoni il suo "ardimento" e accolga i versi come segno della sua "devotione". [Il destinatario della lettera non è certo. L'ipotesi più probabile è che si tratti del duca Alessandro Farnese. I dubbi sono sollevati dal fatto che il duca in quel momento non si trovasse a Parma, ma fuori dall'Italia. Ad occuparsi degli affari dello stato per conto suo era il figlio maggiore Ranuccio, rimasto a Parma con il fratello Odoardo. Non si può quindi escludere che potessero essere entrambi potenziali destinatari dei versi di Chiabrera. Tuttavia non risultano componimenti dedicati ad altri membri della famiglia Farnese, se non al duca Alessandro.]
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 4
Compilatore Chiesa Federica
Torna all’elenco dei risultati