Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Giacomini Lorenzo
Data 4/8/1588 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Firenze]
Incipit Io ricevo la oratione di Vostra Signoria e seco la lettera sua
Contenuto e note Ha ricevuto da [Lorenzo] Giacomini la sua "oratione" ['Oratione de le lodi di Francesco Medici Gran Duca di Toscana', Firenze, Sermartelli, 1587, scritta in occasione dei funerali del granduca] insieme alla lettera di accompagnamento in cui chiede un giudizio sul testo e sui vocaboli utilizzati. Era già stata data una risposta in tal senso, ma la lettera è andata perduta e se ne scusa anche attraverso [Giovan Battista] Strozzi. Egli è poco scrupoloso riguardo ai singoli vocaboli perché ritiene che un uomo che parla correttamente la propria lingua è in grado di usare correttamente tutte le parole, sia quelle più comuni che quelle "peregrine". Inoltre, non conoscendo molto bene i termini fiorentini, non è la persona adatta per giudicare. Riguardo al termine "dicchi" però, Chiabrera concorda con la scelta del Giacomini poiché non conosce altra parola che indichi "diffesa contra inondatione". Si tratta comunque di un termine conosciuto anche lontano da Firenze perché usato frequentemente dai soldati in guerra. Quanto all'orazione nel suo insieme, Giacomini ha fatto alcune scelte diverse dagli esempi dei "maestri", che di solito sono usati come modelli di perfezione. Tuttavia anche la sua gli sembra ottima, chiede che ne scriva altre e che gliele invii così che gli siano da esempio. Un vero oratore, conclude, è colui che riesce nel suo intento mettendo da parte gli insegnamenti, come Cicerone.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 3
Compilatore Chiesa Federica
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