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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Pallavicino di Francesco Agostino |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
[Genova] |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Un Principe Italiano, secondo che mi scrivete |
Contenuto e note |
Un "Principe Italiano" ha inviato nove obiezioni alla 'Reina Ester' al Pallavicino, che le ha poi riferite al Cebà, tacendo il nome del principe. Cebà qui risponde a queste obiezioni, in quella che, più che una lettera, si presenta come una piccola apologia della 'Reina Ester'. Le obiezioni riguardano la lunghezza eccessiva dei discorsi e dei canti, le consonanze tra strofe vicine, l'abuso di episodi che interrompono l'azione principale (per cui alla 'Reina Ester' viene contrapposta la 'Gerusalemme liberata', in cui Torquato Tasso ha evitato questo rischio), la mescolanza tra stile dolce e grave, l'uso di metafore troppo ordinarie e di citazioni inserite a forza in alcuni luoghi, il non aver seguito né gli autori antichi né quelli moderni. Gli autori che Cebà cita più spesso a sostegno della sua difesa sono Omero, Aristotele, Dionigi di Alicarnasso, Ermogene, Demetrio Falereo, Cicerone, Virgilio, Orazio, Seneca, Ludovico Castelvetro. |
Fonte o bibliografia |
Ansaldo Cebà, Lettere ad Agostino Pallavicino di Stefano, Genova, Giuseppe Pavoni, 1623, pp. 280-310. |
Compilatore |
Navone Matteo |
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