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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Spinola Andrea |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
[Genova] |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Voi mi stringete a scrivere |
Contenuto e note |
Allo Spinola [suo grande amico, autore di scritti filosofici e politici], che lo esorta a scrivergli che cosa sa dei critici della 'Reina Ester' e che cosa pensa delle loro obiezioni, precisa che coloro che sono esperti di arte poetica, o comunque dotati di naturale giudizio, non hanno criticato il suo poema. Pur ammettendo che la 'Reina Ester' non è un'opera perfetta, ritiene che coloro che l'hanno sinora attaccata siano stati tutti ispirati dalla malafede: alcuni l'hanno criticata per invidia o per desiderio di mettersi in mostra nel mondo letterario, alcuni perchè partigiani di altri autori, o perchè intransigenti custodi delle regole poetiche, o perchè sudditi di principi tiranni, poco inclini a un'opera che celebra la libertà. Queste critiche non si fondano sulla poetica aristotelica, ma sul pregiudizio: i suoi detrattori, infatti, avevano deciso di attaccare il suo poema ancor prima di leggerlo; oltretutto, nessuno di loro sarebbe in grado di dimostrarsi miglior poeta di lui, e di comporre, in due anni, un poema di "tremila stanze". [La lettera dovrebbe risalire al biennio 1620-1621]. |
Fonte o bibliografia |
Ansaldo Cebà, Lettere ad Agostino Pallavicino di Stefano, Genova, Giuseppe Pavoni, 1623, pp. 252-262. |
Compilatore |
Navone Matteo |
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