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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Olgiati Antonio |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
[Milano] |
Incipit |
La lettera di Vostra Signoria de' 9 di Maggio |
Contenuto e note |
Riguardo ai rilievi di eccessiva chiarezza mossi alle sue canzoni [già affrontati in una precedente lettera all'Olgiati, con incipit "Della chiarezza delle mie Canzoni"], ricorda che Aristotele nella 'Poetica', parlando dello stile della tragedia [cfr. 1458a, 18], afferma che l'elocuzione poetica deve essere chiara e non misera: principio, secondo Cebà, valido per ogni forma di poesia grave, compresa l'epica e le canzoni liriche. È felice che il Cardinale Federico Borromeo abbia apprezzato i sonetti che Cebà gli ha dedicato. Essendo impossibilitato a recarsi a Milano, chiede all'Olgiati di rendere omaggio per lui alle "ceneri" di San Carlo Borromeo. [La lettera fu scritta un 16 maggio, come si deduce da un passaggio in cui Cebà dichiara di aver ricevuto una lettera di Olgiati, datata 9 maggio, "hoggi [...] 16 [maggio]; per quanto riguarda l'anno, la lettera dovrebbe risalire al periodo 1612-1615]. |
Fonte o bibliografia |
Ansaldo Cebà, Lettere ad Agostino Pallavicino di Stefano, Genova, Giuseppe Pavoni, 1623, pp. 84-85. |
Compilatore |
Navone Matteo |
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