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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Genova (Repubblica di) |
Data |
1593 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Noi abbiamo esseguito l'ordine |
Contenuto e note |
Difende la condotta da lui adottata in qualità di commissario della fortezza del Priamar a Savona, quando disobbedì all'ordine ricevuto dal Senato genovese di consegnare al podestà di Savona un soldato che doveva essere punito; in particolare, difende il suo diritto di opporsi a una singola magistratura dello stato, sancito dalle leggi repubblicane. La lettera è indirizzata "al Duce, Governatori, e Procuratori della Republica di Genova", ed è firmata non solo da Cebà ma anche da Lazzaro Pichenotto, anch'egli all'epoca commissario della fortezza del Priamar. [nonostante questa difesa, Cebà fu incarcerato per alcuni mesi per non aver rispettato l'ordine del Senato. Gli eventi cui si fa qui riferimento risalgono al 1593, anno cui si può far congetturalmente risalire questa lettera, il cui manoscritto originale si conserva presso l'Archivio di Stato di Genova (Senato, Litterarum, 577). La versione a stampa si differenzia da quella manoscritta per alcune omissioni: cfr. Carlo Bitossi, Il governo dei magnifici. Patriziato e politica a Genova fra Cinque e Seicento, Genova ECIG, 1990, p. 91]. |
Fonte o bibliografia |
Ansaldo Cebà, Lettere ad Agostino Pallavicino di Stefano, Genova, Giuseppe Pavoni, 1623, pp. 63-70. |
Compilatore |
Navone Matteo |
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