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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Doria Marcantonio |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
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Incipit |
Qualche nostro cittadino biasima |
Contenuto e note |
Sostiene l'importanza di pronunciare, nei discorsi pubblici, non soltanto elogi (come vorrebbero alcuni) ma anche critiche alle azioni dei governanti della Repubblica di Genova, per far sì che la cittadinanza prenda coscienza dei problemi da affrontare, e per mostrare agli altri stati che le istituzioni genovesi hanno la capacità di denunciare e correggere i propri errori. [Il riferimento è all'orazione per l'incoronazione del doge Agostino Doria (pronunciata da Cebà nel 1601 e pubblicata, nello stesso anno, a Genova presso Giuseppe Pavoni), in cui venivano avanzate velate critiche al governo genovese, che dovevano aver suscitato qualche malumore in città: qui Cebà difende l'opportunità della sua scelta scrivendo proprio al figlio di Agostino Doria. La lettera potrebbe quindi risalire al 1601-1602]. |
Fonte o bibliografia |
Ansaldo Cebà, Lettere ad Agostino Pallavicino di Stefano, Genova, Giuseppe Pavoni, 1623, pp. 59-61. |
Compilatore |
Navone Matteo |
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