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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Pinelli Gian Vincenzo |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
[Padova] |
Incipit |
Io credo, che, se Teofrasto |
Contenuto e note |
Mette in guardia Pinelli da un personaggio che sta cercando di entrare nelle sue grazie: si tratta di un matematico degno dei 'Caratteri' di Teofrasto, che vuol guadagnarsi la fama di avere contatti con uomini di lettere. Anche se è molesto e vanaglorioso, tanto che a Padova ha ottenuto sinora poco credito, sconsiglia a Pinelli di tenerlo a distanza, per non correre il rischio di dover fronteggiare la "squadra d'humanisti" che s'è guadagnato "col sudore delle sue pistole". Elogia Paolo Aicardo [medico e letterato ligure amico di Pinelli], che si trova in visita a Genova, dicendo che avrebbe, più di tanti altri genovesi, le doti giuste per governare la Repubblica; peccato solo che non abbia alcun desiderio di dedicarsi alla politica, nè di stabilirsi a Genova. [La lettera dovrebbe essere successiva al primo soggiorno padovano di Cebà (1588/89-1591)] |
Fonte o bibliografia |
Ansaldo Cebà, Lettere ad Agostino Pallavicino di Stefano, Genova, Giuseppe Pavoni, 1623, pp. 24-27. |
Compilatore |
Navone Matteo |
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