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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Castello Bernardo |
Data |
22/11/1606 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Oggi mi è portata una di Vostra Signoria de' [11] |
Contenuto e note |
Dalla lettera ricevuta da Castello, Chiabrera capisce che la sua risposta precedente non è stata recapitata. Ribadisce quindi i concetti [della lettera del 6-11-1606: “Ieri mi fu portata una lettera di Vostra Signoria scritta il tre di questo”], a partire dalla lunga riflessione che avrebbe dovuto compiere Castello prima di decidere se trasferirsi o meno da Genova a Roma. Scrive poi circa il frontespizio [per il manoscritto dell’‘Amedeide’, Genova, Pavoni, 1620, da presentare a Carlo Emanuele I di Savoia] che deve essere disegnato sopra un foglio di carta “reale” [foglio di carta resistente e di grande formato], senza però che nessuno venga a sapere che l’opera è sua, motivo per cui consiglia a Castello di adornare il frontespizio “come pittore e non come amico”. Annuncia che alla stesura completa dell’‘Amedeide’ mancano solo 40 stanze e che spera, una volta terminata, di riuscire a recarsi a Torino per Natale, così da “negoziare” per sé e per Castello, affinché a lui spetti l’ornamento dei canti, qualora venga autorizzata la stampa. Infine, dopo aver affermato di riconoscere l’amore e la cortesia nei suoi confronti da parte di Giovanni Vincenzo [Imperiale, cfr. lettera del 4-9-1606: “La lettera di Vostra Signoria è tutta piena di cose care”], e di esserne estremamente grato, si congeda. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 169 |
Compilatore |
Noris Anna |
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