Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Titi Roberto
Data 29/9/1604 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo Bologna
Incipit Sopra modo cara emmi giunta la lettera di Vostra Signoria
Contenuto e note Dopo aver ringraziato per la lettera ricevuta, avvisa di aver tentato più volte inviare le sue missive (al Titi), utilizzando Firenze come punto intermediario della comunicazione, ma queste si smarrivano. Con l’aiuto di Ascanio [Persi; cfr. lettera del 10-5-1602: “Essendo io di mossa per Savona do novella di me a Vostra Signoria”] afferma di essere riuscito a trovare un tramite sicuro per spedire le sue lettere a Bologna. Alla richiesta del Titi di ricevere nuovi componimenti, egli risponde citando “alcune ciancie” [‘Alcuni scherzi di Gabriello Chiabrera’ Mondovì, Rossi, 1603 e ‘Rime del Signor Gabriello Chiabrera raccolte per Giuseppe Pavoni’, Padova, Bolzeta, 1604] che scrisse giocosamente e che pubblicarono non corrette e senza il suo consenso. Egli confessa allora di aver sempre ritenuto la poesia toscana “chiusa in troppo stretti termini”, facendo notare la “scarsa ricchezza di lingua e di poesia”. Proprio per questo motivo annuncia di aver trattato nei suoi componimenti argomenti impiegati dai latini e dai greci, di aver sostituito i madrigali licenziosi con ballate musicabili e di aver utilizzato l’endecasillabo riadattato alla lingua toscana. Infine, con ironia, avvisa che a [Genova] arrivano a destinazione solamente le lettere da cambio e prega quindi di avere premura della spedizione della missiva. Si congeda chiedendo di portare i suoi saluti a Zoppio [Melchiorre], Campeggi [Ridolfo] e Caccianemici [Francesco Maria] [cfr. lettera del 29-10-1602: “Perché la stagione delli studi haverà fatto tornare Vostra Signoria”].
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 154
Compilatore Noris Anna
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