|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Castello Bernardo |
Data |
5/7/1601 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Ora che sono dipartite le galere dirò a Vostra Signoria ciò che ho voluto tacere per alcun rispetto |
Contenuto e note |
Dopo aver ripreso Castello per non avergli riportato notizie del Commendator [Bertone, nome non pervenuto], afferma di aver ricevuto nel frattempo delle lettere da parte di Giovanni Maria Lugaro, figlio di [Gianmatteo Lugaro], maestro della cappella di San Lorenzo. Questi, mediatore tra Chiabrera e la corte torinese, riporta l’invito del duca [Carlo Emanuele I] di raggiungerlo a corte. Il tergiversare di Chiabrera è interrotto da un’ulteriore lettera da parte di [Giovanni] Botero, precettore dei principi [Filippo Emanuele, Vittorio Amedeo, Emanuele Filiberto], il quale ravviva il desiderio precedentemente espresso dal duca. Dopo aver riferito la sua decisione di raggiungere la corte, confessa però i suoi timori, ad esempio la possibilità che a Sua Altezza potesse non interessare l’‘Amedeide’ [Genova, Pavoni, 1620] terminata, sebbene lo scrittore fosse già entrato ufficialmente a far parte della schiera dei gentiluomini di corte, con il permesso di poter dimorare ovunque egli volesse e con l’unico vincolo di portar “titolo di suo servidore”. Prega infine Castello di non fare parola di tutto questo a nessuno, ricordandogli poi di inviargli le rime di Bernardo Tasso [‘Rime di messer Bernardo Tasso’, Venezia, Giolito De Ferrari, 1560]. Consigliando di farsi assistere dal poeta Bernardo Ferrari per [gli affreschi] della sala [di villa Centurione], si congeda. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a. c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 129 |
Compilatore |
Noris Anna |
|
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|