Mittente Corradino Niccolò Destinatario [Ronchi] [Giovan Battista]
Data 2/2/1621 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Mirandola Luogo di arrivo
Incipit La Tebaide è tornata, e se sapesse dir gli affetti suoi, dolente d’esser partita da Vostra Signoria Illustrissima per l’onor che riceveva dallo star con lei
Contenuto e note Attesta di aver ricevuto il plico contenente la sua ?Tebaide' che egli aveva mandato in lettura al corrispondente [si tratta di una tragedia che il Corradini andava elaborando in questi anni sulla scorta del modello tragico senecano e che non fu mai pubblicata dall’autore; un frammento (il terzo atto) venne compreso nella stampa postuma delle opere del Corradini, in cui comparivano anche una corposa raccolta di ?Considerazioni aforistiche', seguite dai prologhi a due dei capolavori della drammaturgia dell’epoca, ?Il Pastor Fido' di Battista Guarini e la ?Filli di Sciro' di Guidubaldo Bonarelli: Nicolò Corradini, 'Affetti geniali, raccolti e dati alle stampe dal molto reverendo padre Agostino Agostoni', Vicenza, Amadio, 1630; cfr. sulla figura del Corradini Martino Capucci, ?Corradini, Nicolò', in ?Dizionario Biografico degli Italiani', Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 29, 1983, pp. 355-357]. Ringrazia il corrispondente per il giudizio positivo espresso nei confronti della sua opera, ma ammette di non essere completamente persuaso della bontà del suo componimento, che gli pare “piuttosto un mucchio di pietre, che una fabrica”. La debolezza principale che riscontra nella sua opera si situa a livello di struttura, dal momento che considera il soggetto scelto, adatto a sviluppare una tragedia semplice (quindi non duplice) e assai patetica. Accompagna la lettera all’invio di un nuovo componimento “picciolo di quantità e qualità” [si presume quindi che egli spedisca un brano di natura lirica, ma non è possibile identificarlo con precisione]. Assicura il corrispondente che manterrà il segreto che gli era stato confidato nella lettera con cui gli era stata rispedita la tragedia e lo prega ancora una volta di comunicargli eventuali accorgimenti che possano rendere la sua ?Tebaide' meno difettosa. Lo prega anche di mandargli a sua volta l’idillio promesso [non identificato].
Fonte o bibliografia Elisabetta Selmi, Testimonianze epistolari per questioni di “primato” nella tradizione dell’idillio fra Tasso, Marino e i poeti emiliani, “Studi Tassiani”, 56-58, 2008-2010, pp. 384-385
Compilatore Zucchi Enrico
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