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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Beccaria Bartolomeo |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
[Finale] |
Incipit |
Io non hò prima d'hora potuto baciare a Vostra Signoria le mani |
Contenuto e note |
Guasco si scusa per non aver potuto scrivere prima a Bartolomeo Beccaria, governatore di Finale, per essere stato fino a quel momento perseguitato da un "rabbioso male" che era andato peggiorando a causa delle fatiche del cammino. Dopo aver chiesto perdono di questa "tardanza", il Guasco lo ringrazia delle cortesie ricevute, rassicurando che né lui, né la figlia Lavinia, né il conte Guido [Emanuele] Langosco [marito di Lavinia] se ne dimenticheranno mai. Informando il governatore che ha riferito a Nizza [dove i reali di Savoia si trovano in quel momento] dei favori da lui ricevuti, in modo da richiamare alla mente di "quelle Altezze" [Carlo Emanuele I, duca di Savoia, e la moglie, Caterina d'Asburgo] l'affezionato servitore. [In base alle lettere di p. 96, 97 e 98 si può ipotizzare che la datazione della lettera sia da collocarsi attorno al 1593. Il Guasco fa riferimento alle cortesie ricevute dal governatore Beccaria durante il suo viaggio di ritorno da Nizza, dove si era recato per le nozze della figlia, avvenute attorno al 1593.] |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, p. 98. |
Compilatore |
Conti Laura |
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