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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Grimaldi Ercole |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
[Monaco] |
Incipit |
Sarei ben io il più conoscente, e villano servitore |
Contenuto e note |
Guasco ragguaglia Ercole Grimaldi, signore di Monaco, circa il viaggio di ritorno dal castello del conte fino a casa. Sia lui che gli "sposi" [Lavinia, figlia di Guasco, e il novello marito, il conte Guido Emanuele Langosco] hanno ragionato dei favori ricevuti dal conte, facendo a gara per riferirli a Nizza [dove si trovano in quel momento Caterina d'Asburgo e Carlo Emanuele I, duca di Savoia, presso la corte dei quali Lavinia lavora]. Racconta del viaggio e di come è riuscito a sbarcare a Oneglia verso sera, nonostante la "colera marina"; il giorno seguente, però, essendo cresciuta l'ira del mare, lui e gli sposi si erano trovati a dover proseguire a piedi, "sopra que' Monti", arrivando così per sera a Rasso, "assai meschino albergo"; successivamente erano riusciti a raggiungere Finale, dove il governatore [Bartolomeo Beccaria] li aveva alloggiati con "carezze e delitie". Da lì, dopo aver ricevuto molti onori dagli amici, erano giunti a casa in quattro giorni, arrivando nella serata di domenica, "il 14 del presente". [Si tenga presente che il matrimonio tra Lavinia Guasco e il conte Guido Emanuele Langosco è stato celebrato da poco, come si apprende dalla lettera precedente di p. 96; accogliendo il riferimento contenuto in essa, sono trascorsi "sette anni" tra le nozze e l'entrata di Lavinia alla corte torinese dei Savoia, avvenuta nel 1586. In base a questi dati possiamo ipotizzare che il matrimonio e la datazione della lettera siano da collocarsi attorno al 1593] |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, pp. 97-8. |
Compilatore |
Conti Laura |
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