Mittente Guasco Annibale Destinatario Lunghi Alessandro
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza [Torino] Luogo di arrivo
Incipit Universae viae Domini. Misericordia, et Veritas
Contenuto e note Aprendo la lettera con una citazione da Ps. XXIV, 10, Guasco scrive ad Alessandro Lunghi, frate provinciale dei domenicani, per "impetrar" un favore: concedere la grazia al frate Girolamo Calcagno; Guasco gli aveva infatti consegnato del denaro da portare alla figlia Lavinia, ma il frate si era lasciato trasportare da "fragilità giovenile", persuaso dal demonio e da un "manigoldo" che gli aveva sottratto il denaro. Egli "qui in Turino" è stato risarcito a nome del frate e perciò ritiene saldato il debito. Spera che, essendo Dio solito ricavare il bene dal male, questo episodio sia servito al frate per far "corretione e ammenda". Rinnova la richiesta della grazia per il frate, affinché sia riaccolto presso la "famiglia di San Domenico", in modo che anche i "parenti" del religioso, i quali saldarono il debito, siano consolati.
Fonte o bibliografia Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, p. 89.
Compilatore Conti Laura
vai al documento
Torna all’elenco dei risultati