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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Berzi Fabrizio |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
[Roma] |
Incipit |
L'obligatione mia all'amorevolezza di Vostra Signoria verso me |
Contenuto e note |
Guasco informa Fabrizio Berzi, maestro di camera di Gregorio XIV [Niccolò Sfondrati], che la figlia Lavinia è stata promessa sposa al conte Guido Emanuele Langosco, con il consenso della "Serenissima Infanta" [Caterina d'Asburgo, moglie di Carlo Emanuele I, presso la quale Lavinia era dama di corte]. Esprime la sua contentezza per il matrimonio della figlia con un uomo di grandi qualità e di grandi meriti ben noto al Berzi. Guasco chiede al segretario la grazia di baciare il piede al Papa in suo nome e comunicare la notizia del suddetto matrimonio. Spiega poi che si era scoperto da poco che i due promessi sposi erano parenti; per questo motivo Guasco chiede l'intercessione del segretario affinché supplichi il Papa per ottenere la "dispensa", in modo che le nozze possano essere celebrate. Anche il cardinale [Paolo Emilio Sfondrati], nipote del Papa, è stato informato del problema. [Cfr. la lettera a Paolo Emilio Sfondrati, a p. 85. Si ipotizza che il matrimonio sia avvenuto attorno al 1593; per questo riferimento si veda la lettera del Guasco a Ercole Grimaldi a p. 96] |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, pp. 85-86. |
Compilatore |
Conti Laura |
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