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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Della Rovere [Giulio] |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Qual più buona Pasqua poteva io havere |
Contenuto e note |
Guasco si rallegra per la buona relazione sui portamenti e i profitti riguardanti gli studi del figlio Francesco [Guasco] ricevuta dall'abate [Giulio] Della Rovere nei giorni della Pasqua in una lettera del 15 del mese precedente. Fidandosi del fine giudizio dell'abate, Guasco è certo che le lodi per il figlio siano sincere, e apprezza molto di più l'affetto che Della Rovere mostra per il figlio, che non le lodi stesse. Egli riconosce nella "amorevolezza" una qualità tipica della famiglia Della Rovere, la quale non fa che "produrre così alti rami"; esempi ne sono lo zio [Girolamo della Rovere] e il nipote [Giulio della Rovere]. I servitori di questi illustri personaggi godono dell'ombra e del refrigerio di questa "gran Quercia". |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, p. 76. |
Compilatore |
Conti Laura |
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