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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
[Lauro (Laureo)] [Vincenzo] |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
[Roma] |
Incipit |
Molte volte ho havuto in cuore di fare a Vostra Signoria Illustrissima riverenza |
Contenuto e note |
Guasco ricorda di essere servitore devoto del cardinale [Vincenzo Lauro, vescovo di Mondovì dal 1583] e, avendo saputo delle sue cortesie ricevute dal figlio Francesco [Guasco] a Roma, coglie l'occasione per ringraziarlo, oltre che per il riguardo nei confronti del figlio, anche per i favori ricevuti da Guasco stesso a Torino, quando aveva avuto modo di incontrarlo. Egli si dimostra grato che il cardinale abbia memoria di lui e lo prega di preservare l'affetto che ha nei suoi confronti. Guasco spera di poterlo incontrare di persona nei mesi seguenti, perchè l'antica servitù che lo lega al Papa [Gregorio XIV, Niccolò Sfondrati] e ai suoi nipoti [Paolo Emilio Sfondrati, cardinal nepote, e Ercole Sfondrati, generale pontificio e duca di Montemarciano] lo spinge a recarsi a Roma quanto prima. |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, pp. 75-76. |
Compilatore |
Conti Laura |
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