Mittente Guasco Annibale Destinatario Cassone (Casoni) Girolamo
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza [Pavia] Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Non è stata poca ventura della sfortunata Ghismonda
Contenuto e note Guasco si rallegra per la fortuna che ha accolto a Venezia la sua 'Ghismonda' ['La Ghismonda, composta in ottava rima', Pavia, Bartoli, 1583] versione poetica di una novella bocacciana ['Decameron', IV, 1]. Elogia il suo interlocutore [Girolamo] Casoni per aver alimentato il credito su di essa nell'ambiente veneziano; grazie al suo fine giudizio, infatti, anche altri l'hanno riconosciuta come degna di lode. L'autore coglie l'occasione per chiedere un altro favore all'amico, protettore dei suoi scritti: recuperare i suoi due volumi di rime. Guasco spiega la vicenda del primo e del secondo volume ['Il primo volume delle rime del s. Annibal Guasco alessandrino, Academico Affidato. Ristampato, et riveduto dall'auttore, et insieme il secondo volume', Pavia, Viano, 1581], i quali, consegnati dal libraio che li aveva stampati "qui in Pavia" [Girolamo Bartoli] ad una persona [non definita] che "stava per fallire", erano poi stati levati a costui e riposti in un deposito. Guasco informa il Casoni che allegherà un foglio con le istruzioni per fare in modo che le sue opere non rimangano seppellite. L'autore ironizza sulle sue opere, chiamandole "sconciature, più che parti", e invita il Casoni ad essere fautore di una nuova vita per esse, in modo che possano riunirsi con le altre opere del Guasco. Conclude raccomandandosi alla buona grazia dell'amico.
Fonte o bibliografia Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G.B. Bertoni, 1603, pp. 67-68.
Compilatore Conti Laura
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