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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Titi Roberto |
Data |
24/11/1599 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
Bologna |
Incipit |
In gran parte Vostra Signoria sa la cagione del mio |
Contenuto e note |
Riferisce che, tornato dalla Toscana, ha trovato la peste in Piemonte e che, sul finire dell'inverno, ha compiuto un viaggio in Spagna da cui è tornato in estate. Al suo ritorno la peste continuava a minacciare il Piemonte e non ha avuto la forza per scrivere o leggere alcunché. Chiede dunque che il Titi lo esenti dal comporre versi e che, se sono ancora intenzionati a comporre un volume, non si accorgeranno della mancanza del suo componimento [Chiabrera fa qui probabilmente riferimento alla raccolta antologica 'Tempio all'Illustrissimo Et Reverendissimo Signor Cinthio Aldobrandini Cardinale S. Giorgio Nipote del Sommo Pontefice Clemente Ottavo' (Bologna, Rossi, 1600), cui alla fine egli stesso collaborò insieme ad altri poeti. Il suo contributo fu la canzonetta morale 'Non sempre avvien, che d'Hippocrene il fonte' pubblicato in 'Scherzi e canzonette morali' (Genova, Pavoni, 1599)]. Ha letto volentieri le lezione di Titi ed è d'accordo con lui riguardo alla pronuncia perduta delle parole latine. Cento delle sue "ciancie" erano sparse e alcuni amici hanno deciso di stamparle: spera di poterle raccogliere in un unico volume anche con il suo aiuto [i componimenti saranno poi raccolti in 'Maniere dei versi toscani', Genova, Pavoni, 1599]. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 119 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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