Mittente Gradenigo Giorgio Destinatario Gradenigo Agostino
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza Cividale del Friuli Luogo di arrivo
Incipit Perché nella vita civile non si gode per avventura di cosa con maggior giusto e piacere
Contenuto e note È una lettera "di discorso", formula con cui Giorgio Gradenigo definisce le sue epistole di maggior impegno stilistico e soprattutto tematico. Persuaso dal fatto che le "cerimonie" e i "complimenti" si trasmettano con maggior facilità delle opere da una persona all'altra e apportino un'immediata riconoscenza, Gradenigo intende istruire il nipote Agostino Gradenigo intorno all'arte del "ben complire" (fare complimenti), una "materia ancora non ispiegata in carte da alcuno". Questa comunicazione cerimoniosa deve in primo luogo esser regolata dalla "prudenza" e dalla "considerazione", in modo da non sfociare nella "vanità": le lodi dovranno quindi essere credibili ed appropriate alla persona cui sono rivolte. Tra i vari avvertimenti ivi contenuti, si segnala l'invito di Gradenigo ad utilizzare per le salutazioni le parole "che sono accettate dall'uso comune", e a cavare i "concetti" dagli autori "di buona lingua" con la possibilità di variare alcune parole. [La presente lettera è contenuta in Bartolomeo Zucchi, 'L'idea del segretario', Venezia, Compagnia Minima, 1600, III, pp. 315-320; Bartolomeo Zucchi, 'L'idea del segretario', Venezia, Compagnia Minima, 1606, III, pp. 320-325. La curatrice manca di segnalare che la medesima lettera è stata edita anche in un opuscolo per nozze ottocentesco: 'Due discorsi di Giorgio Gradenigo senatore veneziano del secolo XVI. Per le nobilissime nozze Grimani, Manin', Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1829, pp. 13-26].
Fonte o bibliografia Giorgio Gradenigo, Rime e lettere, a cura di Maria Teresa Acquaro Graziosi, Roma, Bonacci Editore, 1990, pp. 144-151.
Compilatore Sacchini Lorenzo
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