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Mittente |
Gradenigo Giorgio |
Destinatario |
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Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Ieri il nostro… con quella sicurtà e baldezza, che egli può avere |
Contenuto e note |
All'inizio della lettera Giorgio Gradenigo racconta che un amico comune il giorno precedente aveva letto un'epistola dell'anonimo destinatario. Si può dedurre che questa lettera contenesse la comunicazione della presumibile felice risoluzione di un lungo corteggiamento da parte del destinatario. Commentando la lettera, Gradenigo afferma che inizialmente ha provato piacere e felicità, perché così il destinatario, "assaggiando l'animo e la forma di questo fetido pezzo di carne", avrebbe finalmente compreso la follia e l'insensatezza del proprio amore. Tuttavia, ad una seconda lettura, Gradenigo sospetta che l'amante possa ingannare il destinatario per l'ennesima volta e dunque tenerlo in trappola. Lo invita, quindi, anche per rispetto dei propri amici e della comune "patria", ad abbandondare questo "mal locato amore". [La lettera è compresa nelle antologie 'Lettere di diversi eccellentissimi huomini', Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1559, pp. 441-445; 'Della nuova scielta di lettere di diversi nobilissimi huomini', Venezia, [s.n.], 1574, pp. 473-478; Bartolomeo Zucchi, 'L'idea del segretario', Venezia, Compagnia Minima, 1606, IV, pp. 3-6]. |
Fonte o bibliografia |
Giorgio Gradenigo, Rime e lettere, a cura di Maria Teresa Acquaro Graziosi, Roma, Bonacci Editore, 1990, pp. 112-115. |
Compilatore |
Sacchini Lorenzo |
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