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Mittente |
Gradenigo Giorgio |
Destinatario |
Giustiniani Giustiniano |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
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Incipit |
Ebbi la vostra lettera due dì sono; così potess'io satisfare al vostro desiderio |
Contenuto e note |
Lettera di Giorgio Gradenigo sulla malinconia, materia che gli è stata proposta dal destinatario Giustiniano Giustiniani. Gradenigo distingue tra malinconia naturale ed accidentale e decide di prendere in considerazione la seconda. Questa è causata dalle "perturbationi", le quali derivano da una "estimatione disordinata" che gli uomini fanno del bene e del male. Essi prediligono le cose che dovrebbero invece tralasciare e si affidano del tutto alla fortuna. Gradenigo considera la sua situazione personale, ammettendo in confidenza di sentirsi superiore (in ingegno, beni di fortuna, ecc.) alla maggior parte delle persone, e biasima quei pochi che, superiori a lui, non sono felici perché si sono affidati alla fortuna e sono dunque "perturbati". Per vivere senza malinconia, bisogna così avere una positiva "disposizion dell'animo". Tutt'altro che scontato è il finale della lettera, nel quale Gradenigo consiglia al destinatario di "levare" l'animo dalle "astrazioni e unirlo ai sensi" e di evitare altresì quei "troppo elevati discorsi di lettere" che spesso "inducono [...] maninconia". [La lettera è presente nelle antologie 'Lettere di diversi eccellentissimi huomini', Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1554, pp. 487-489; 'Lettere di diversi eccellentissimi huomini', Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1559, pp. 427-431; 'Della nuova scielta di lettere di diversi nobilissimi huomini', Venezia, [s.n.], 1574, pp. 460-464]. |
Fonte o bibliografia |
Giorgio Gradenigo, Rime e lettere, a cura di Maria Teresa Acquaro Graziosi, Roma, Bonacci Editore, 1990, pp. 100-102. |
Compilatore |
Sacchini Lorenzo |
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