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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Feltro Orazio |
Data |
19/6/1590 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Firenze |
Luogo di arrivo |
Napoli |
Incipit |
La mia fortuna mi condusse in Fiorenza |
Contenuto e note |
Torquato Tasso, utilizzando una citazione di Petrarca [si tratta dei 'Rerum vulgarium fragmenta', Canzone XVII, 'I' vo pensando, e nel pensier m'assale', vv. 64-65], scrive a Orazio Feltro che, sebbene si trovi felicemente a Firenze, nessuna cosa, neppure la cortesia del granduca [di Toscana, Ferdinando I de' Medici], puà fargli dimenticare la patria. Ricorda al destinatario di essere sempre un suo fedele amico e servitore e afferma che, per consolidare questo affetto, non trova modo migliore di accettare da parte sua "sempre nuovi favori": gli chiede, dunque, di accertarsi del fatto che la lettera destinata al vicerè [Giovanni Zunica (Juan de Zuñiga)] sia stata consegnata da [Alessandro] Archirota al conte di Paleno [Matteo di Capua] e che da questo sia stata presentata a chi di dovere; lo prega, poi, di comunicargli sinceramente se ci sia da sperare in una soluzione alla sua povertà e alla sua malattia. [Nel ms. Falconieri la lettera si legge in due differenti redazioni. Quella a c. 188r porta la lezione dell'ed. Guasti, quella a c. 151v, invece, presenta una variante di rilievo che riguarda la trafila di trasmissione della lettera per il viceré, da cui è escluso l'abate Archirota e inserito Giovan Battista Manso. La lezione in questione è segnalata in Lettere, ed. Guasti, p. 321, nota 3]. |
Fonte o bibliografia |
Bergamo, Civica Biblioteca 'Angelo Mai', Cassaforte 6 15 (Codice Falconieri), cc. 151v e 188r. Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 1252, IV, p. 321. |
Compilatore |
Fantacci Michela |
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