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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Polverino Francesco |
Data |
14/3/1595 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Napoli |
Incipit |
Di nuovo prego Vostra Signoria che m'avvisi a che fosse mandata |
Contenuto e note |
Torquato Tasso chiede nuovamente all’abate Francesco Polverino notizie della spedizione della “polisa” [si tratta della polizza che sancisce il pagamento di duecento ducati l’anno da parte del principe di Avellino, Camillo Rosso Caracciolo II, ponendo fine alla lunghissima “lite” per il recupero dell’eredità materna]. Desidera che il “negozio” [della lite] venga portato a termine, e sollecita il destinatario a procurare una risposta a “l’inchiusa” indirizzata a “monsignor reverendissimo di Cosenza” [l’arcivescovo di Cosenza Giovan Battista Costanzo, che avrebbe dovuto offrirgli centocinquanta scudi l’anno, come si evince dalla lettera del 13 novembre 1594, n. 1513 dell’edizione Guasti, “Io non avrei mai pensato, che tra 'l signor principe d'Avellino”]; infine, chiede nuovamente informazioni della “qualità” delle ‘Rime’ dell’abate, per poterlo compiacere al meglio [come nella lettera del 3 marzo 1595, n. 1529 dell’edizione Guasti, “Desidero che Vostra Signoria m'avvisi per quale strada”; il Tasso ha promesso di scrivere delle composizioni di elogio alla raccolta di ‘Rime’ che il Polverino sta allestendo]. |
Fonte o bibliografia |
Bergamo, Civica Biblioteca 'Angelo Mai', Cassaforte 6 15 (Codice Falconieri), c. 137v. Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 1532, V, p. 202. |
Compilatore |
Liguori Marianna |
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