Mittente Tasso Torquato Destinatario Polverino Francesco
Data 6/12/1590 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Napoli
Incipit Se 'l mio ricadere fosse simile a quel d'Anteo, io dovrei essere il più gagliardo
Contenuto e note Torquato Tasso, differenziandosi dal gigante Anteo e ritendendo per sé possibile solo un aiuto celeste, afferma di essere spiritualmente forte ma debolissimo nel corpo e in ogni sua facoltà. Nonostante ciò afferma di non dimenticare le promesse di aiuto per il proprio trasferimento a Napoli fattegli da diversi signori [napoletani], uniti però dall'appartenenza all'unica patria [la città di Napoli e il Regno di Napoli], che Tasso afferma, citando Platone, essere anche la sua "matria". Sperando vivamente di poter morire a Napoli, afferma di non ricevere visita né di amici né di parenti, nonostante sia tanto malato da credere che la sua morte precederà l'elezione del nuovo papa e il suo trasferimento a Napoli. Raccomandandosi a Polverino, gli chiede di porgere le proprie "preghiere" ai signori [napoletani]; di infomarlo delle decisioni che essi prendono insieme o singolarmente; di assicurarsi che le loro lettere gli giugano poiché la malattia gli impedisce di ritirarle personalmente; di ottenere lettere di raccoma dazione dai signori [napoletani] che avviarono "il negozio" [del trasferimento a Napoli] e da quelli che potrebbero sostenerlo. Chiude perciò salutando il conte di Paleno [Matteo Di Capua], Vincenzo Caracciolo, Pietro Antonio Caracciolo, Ascanio Pignatello (Pignatelli), Orazio Feltro e chiunque altro possa aiutarlo. Nel poscritto afferma di aver inviato due settimane prima a Polverino le lettere per il duca di Termoli [Ferdinando Di Capua; per cui la lettera n.1289 dell'edizione di Guasti, "S'è cosa d'animo grato il volersi grandemente obligare", del 25 novembre 1590] e per il conte di Paleno [Matteo di Capua]. Nel secondo poscritto Tasso si rallegra con Polverino per la meritata elezione al papato [con il nome di Gregorio XIV] del cardinale di Cremona [Niccolò Sfondrati], "amatore e protettore" dei letterati. Tasso afferma di essere felice dell'origine lombarda del papa, essendo legato a quella regione per la parte paterna della famiglia, sebbene la posponga alla patria napoletana. Chiude raccomandandosi nuovamente a Polverino, ai signori [napoletani], ai "padroni, amici e parenti". [La lezione del Codice Falconieri difetta del secondo poscritto, e nel primo parla del "duca di Termini", errore che Guasti afferma accomunare tutte le stampe].
Fonte o bibliografia Bergamo, Civica Biblioteca 'Angelo Mai', Cassaforte 6 15 (Codice Falconieri), cc. 129v-130v; e cc. 152v-153r. Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 1290, V, pp. 17-19.
Compilatore Olivadese Elisabetta
Torna all’elenco dei risultati