Mittente Tasso Bernardo Destinatario Speroni Sperone
Data 19/11/1559 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo Padova
Incipit Io son stato fin a questo giorno con la speranza di veder Vostra Signoria qui: ora per alcune parole
Contenuto e note Il Tasso continua a sperare di poter incontrare l'amico Sperone Speroni anche se, ad avviso del Mocenigo [Alvise Mocenigo], tale occasione non arriverà molto presto. Comunica all'amico Speroni però di aver rivisto il poema ['Amadigi' prossimo ormai alla pubblicazione avvenuta nel 1560 come 'L'Amadici del S.Bernardo Tasso. Al'invitissimo e Cattolico Re Filippo' a Venezia per cura di Gabriele Giolito de Ferrari] e di aver messo in atto alcuni suoi consigli di correzione che inizialmente aveva rifiutato. Riguardo la spiegazione degli incanti, Bernardo ha proceduto a indicarne la causa e a levarne le superfluità, ha cassato più di duecento stanze e s'accinge a toglierne altre per levare al poema quell' "uniformità" [termine usato da Bernardo per indicare la ridondanza di termini, l'uso di espressioni troppo ricorrenti (secondo la critica che gli muove lo Speroni)] che fa l'opera troppo vaga. L'unica perplessità del Tasso rimane attorno alla questione del Floridante e dell'unità dell'azione, dal momento che neanche i romanzi antichi debbono attenersi necessariamente ad un'unica impresa. Accetterebbe quindi al riguardo ulteriori consigli dallo Speroni [le critiche all'uniformità del poema, alla mancanza di fine negli incanti e alla disgregazione dell'azione principale, vista la presenza di due eroi come Amadigi e Floridante, gli furono mosse da Speroni nella lettera a cui il Tasso risponde con quella che inizia "Io aveva deliberato di venir a star tre o quattro giorni con Vostra Signoria ma la mia deliberazione" 24/7/1559]. Egli inoltre si dichiara fiero del fatto che il suo poema venga da molti lodato come "più poetico di quello dell'Ariosto", perché egli, dove ha potuto, ha voluto mostrarsi poeta imitando piuttosto i greci e i latini. Gli dà notizia poi degli incanti che ha voluto mantenere in episodi dei personaggi di Urganda, Agramoro e Lucilla. Gli allega infine tutte le aurore che ha posto in principio dei canti, chiedendo di cassare tutte quelle che non ritenga degne del poema, e gli invia nuovamente la prima stanza. Lo congeda continuando a pregarlo perché si rechi a Venezia a fargli visita.
Fonte o bibliografia Delle lettere di M. Bernardo Tasso accresciute, corrette e illustrate. Volume terzo. Contenente le famigliari, per la maggior parte ora per la prima volta stampate, e alcune di suo figliuolo Torquato pur esse finora inedite. Si premette il Parere dell'Abate Pierantonio Serassi intorno alla patria de' suddetti. Padova, Giuseppe Comino, 1751, pp. 143-147
Compilatore Scurti Sara
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