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Mittente |
Buonarroti Simoni Lodovico |
Destinatario |
Buonarroti Michelangelo |
Data |
1528 |
Tipo data |
Congetturale |
Luogo di partenza |
Settignano |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Ti restò in mano, de' danari di Bonarroto, |
Contenuto e note |
[Autografa, Settembre-Ottobre (?)] Lodovico chiede al figlio se gli sono rimasti alcuni danari, ottenuti dalla famiglia dopo la restituzione della dote a Bartolomea [Bartolomea della Casa] da parte di Bonarroto [Bonarroto Buonarroti, fratello di Michelangelo], pari a 6 ducati d'oro, tra scudi, ducati e moneta, 5 lire e 5 soldi, dei quali bisogna renderne 70 ducati larghi alla bottega che Bonarroto aveva con Iachopo (Iacopo) Gianfigliazzi [artista toscano], che Gismondo [Sigismondo Buonarroti, fratello di Michelangelo] aveva portato al banco di Giovan Maria Benintendi [banchiere toscano]. La somma posseduta da Michelangelo, secondo i calcoli di Lodovico, è di circa 116 ducati, 5 lire e 5 soldi. Questa liquidità, secondo le volontà del padre, dovrà essere investita al Monte [312 fiorini d'oro larghi, che Lodovico aveva presso il Monte, di Madonna Lucrezia Ubaldini da Gagliano, sua seconda moglie] e nella conclusione chiede a Michelangelo di vendere al miglior offerente tutte le cose di Buonarroto e Bartolomea, in modo tale da investire il ricavato nel Monte. |
Fonte o bibliografia |
Michelangelo Buonarroti, Carteggio di Michelangelo, edizione postuma di Giovanni Poggi, a cura di Paola Barocchi e Renzo Ristori, Firenze, Sansoni editore, 1965, volume III, p. 263 |
Compilatore |
Colopi Andrea |
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