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Mittente |
Buonarroti Michelangelo |
Destinatario |
Buonarroti Simoni Lodovico |
Data |
19/8/1497 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Avisovi come venerdì giunse qui Buonarroto, e io, come lo sepi, andai a trovarlo |
Contenuto e note |
[Autografa] La lettera si apre con la volontà di Michelangelo di rassicurare il padre Lodovico che il di lui figlio Buonarroto Buonarroti Simoni è giunto sano da Firenze a Roma. Michelangelo, inoltre, grazie al colloquio con il fratello è venuto a conoscenza dei problemi finanziari paterni, il quale aveva contratto dei debiti con il Consiglio Merciaio [Consiglio di Antonio Cisti, il quale aveva un credito di 90 fiorini d'oro larghi con Lodovico Buonarroti] e benché l'artista non sia di certo ricco si offre di aiutare il padre affinché quest'ultimo non si rechi al Monte [312 fiorini che Lodovico aveva al Monte di Madonna Lucrezia Ubaldini da Gagliano sua seconda moglie]. Michelangelo dice al padre di avere in cantiere diversi progetti fra cui la statua di Piero de' Medici [figlio di Lorenzo de' Medici, detto il Fatuo] la cui realizzazione non venne mai portata a termine a causa di screzi tra i due. La missiva si chiude con Michelangelo che tranquillizza il padre sulla situazione del fratello Buonarroto, scrivendogli che alloggia in un buon posto, che non deve badare a spese perchè, nel limite delle sue possibilità, ci avrebbe pensato lui al suo mantenimento. Michelangelo non può ospitare il fratello perchè anch'egli è ospite presso terzi [Jacopo Gallo]. Segue annotazione di Lodovico. |
Fonte o bibliografia |
Michelangelo Buonarroti, Carteggio di Michelangelo, edizione postuma di Giovanni Poggi, a cura di Paola Barocchi e Renzo Ristori, Firenze, Sansoni editore, 1965, volume I, pp. 4-5 |
Compilatore |
Colopi Andrea |
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