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Mittente |
Testi Fulvio |
Destinatario |
Molza Camillo |
Data |
12/1623 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Modena |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
Suppongo che Vostra Signoria illustrissima sia giunta a Roma |
Contenuto e note |
[L'editrice congettura la data della lettera]. Testi suppone che il conte Molza sia giunto a Roma e gli augura che i suoi affari in città possano svolgersi nel migliore dei modi. Gli comunica inoltre qualche notizia da Modena: il marchese Tassoni [forse Ippolito, consigliere di Cesare d'Este] ha fatto ritorno da Torino, dove la sua missione non è andata a buon fine. Riferisce di aver sentito che diventeranno cavalieri del Principe [Alfonso d'Este] il conte Aldobrandino Rangone e il nipote del conte [Paolo] Manfredi. La vita a corte, continua il Testi, è triste senza Molza, tanto che lui se ne sta chiuso nella sua stanza, come Sant'Onofrio nella grotta. Ironizza inoltre sulla partenza del conte Galeazzo [?] per Ferrara: a lui, l'aria del Natale nuoce alla salute. Rimane quindi solo il conte Andrea [Codibò (Codebò)], per cui il Testi cita un verso di Lucano [Phars. IX, 726]. Augura infine al conte Molza un buon Natale. |
Fonte o bibliografia |
Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, p. 43. |
Compilatore |
Ghelfi Laura |
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