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Mittente |
Testi Fulvio |
Destinatario |
Molza Camillo |
Data |
23/12/1620 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Modena |
Luogo di arrivo |
Modena |
Incipit |
L'Argenide m'ha fatto passare tre notti intiere senza ma chiudere occhi. |
Contenuto e note |
Testi racconta al conte Camillo Molza che la lettura dell' 'Argenide' [John Barclay, 'Argenis', Parigi, Nicolas Buon, 1621] l'ha tenuto sveglio per tre notti. Confessa di non aver mai letto un libro "più curioso", anche se il piacere della lettura gli è stato turbato dalla fretta di restituirlo e dall'angoscia che al momento lo tormenta. Esprime quindi il suo parere sull'opera: il tema principale è l'amore, ma vi si trovano anche alcuni accenni di politica; la satira non è pesante e l'autore parla molto bene dei suoi amici. Di questi ultimi il Testi ha riconosciuto l'identità sotto i nomi fittizi: Ibburane è il cardinal [Antonio] Barberino, Antenorio nasconde monsignor [Antonio] Querengo, con Ieroleandro intende Girolamo Aleandro e Nicopompo è pseudonimo dello stesso autore. Passa quindi al giudizio sullo stile: conciso, ma schietto e non senza ornamento. Per quanto riguarda la trama, Testi loda le digressioni e i colpi di scena e confessa di non aver saputo trattenere le lacrime dinanzi alle disgrazie dei protagonisti. Anche l'amore è trattato in maniera più che onesta e, per tale motivo, esso sarebbe un libro adattissimo alla principessa Giulia [d'Este] e per l'Infanta [Isabella d'Este] se fosse tradotto dal latino. Ringrazia il conte per il favore e gli restituisce l'opera. |
Fonte o bibliografia |
Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, pp. 31-32. |
Compilatore |
Ghelfi Laura |
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