Mittente Testi Fulvio Destinatario D'Este Cesare
Data 17/10/1620 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Tivoli Luogo di arrivo Modena
Incipit Se le nuove di Roma non sono spiaciute all'Altezza Vostra mi do a credere che gli avvisi di Tivoli non siano per esserle discari.
Contenuto e note Testi si trova a Tivoli e racconta al Duca Cesare le "delizie" di cui sta godendo durante il soggiorno presso la residenza del cardinale [Alessandro] d'Este. Prima di tutto descrive la città: non è molto popolata ma conserva le tracce della sua antica bellezza. È circondata da fertili colline, in mezzo alle quali scorre il fiume Aniene (a quel tempo chiamato Teverone), che dopo essere precipitato da alte cascate scompare in caverne sotterranee, tornando poi improvvisamente e rumorosamente in superficie. Il territorio è disseminato di rovine di ville antiche, tra cui quelle di Mecenate, Quintilio Varo e di Adriano, che subiscono ormai l'usura del tempo. Ma la bellezza degli antichi giardini non può reggere il confronto con quello della residenza cardinalizia, di cui il Testi passa a descrivere le "meraviglie". L'ingresso del giardino si trova in territorio pianeggiante, mentre il palazzo è collocato molto più in alto. Vi si sale tramite stradine ombreggiate da molti alberi e si può sostare su quattro diversi piani di terreno, sovrabbondanti di statue e di fontane che producono una gran varietà di giochi d'acqua, descritti con grande ammirazione per l'ingegno moderno che ha di gran lunga superato quello degli antichi. A questo punto, Testi passa a fornire un elenco delle attività che sono svolte durante la giornata: dopo l'ascolto della messa si può occupare il tempo liberamente (qualcuno passeggia, altri studiano, altri giocano alla pallacorda), mentre all'ora di pranzo ci si riunisce intorno al padrone di casa che quasi ogni giorno ospita qualche cardinale straniero. Sono sempre presenti monsignor [Ottaviano] Corsini e monsignor [Paolo] Torelli. Di solito, durante il pasto si discorre di lettere e nella conversazione si distingue per vivacità il cavalier Giuseppe [Fontanelli, Fontanella]. Sono stati ospiti, qualche giorno prima, anche Virginio Cesarini e Ottavio Rinuccini, che con la loro presenza hanno consolato il cardinale per l'improvvisa partenza del cardinale [Luigi] Capponi. Il resto della giornata è ancora dedicato ad attività libere. Testi conclude esprimendo la speranza che il racconto degli svaghi di Tivoli possa aver sollevato l'animo del Duca, impegnato in ben più gravose occupazioni. Lo informa inoltre che presto farà ritorno a Roma e da lì continuerà a scrivergli per eseguire i suoi comandi.
Fonte o bibliografia Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, pp. 21-23.
Compilatore Ghelfi Laura
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