|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Testi Fulvio |
Destinatario |
D'Este Cesare |
Data |
30/9/1620 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Modena |
Incipit |
La prima azione ch'io faccia levato dal letto è lo scrivere a Vostra Altezza, |
Contenuto e note |
Testi comunica al Duca Cesare d'Este che la prima azione che compie una volta destatosi è quella di scrivere al suo sovrano per adempiere ai suoi comandi. Informa inoltre il Duca che il suo nome è tenuto in grandissima considerazione a Firenze e a Roma, secondo quanto gli è stato riferito dall'ambasciatore [Guido] Bocardi e da Giovan Battista Strozzi e secondo quanto egli stesso ha avuto modo di constatare. In particolare, il cavaliere [Luigi] d'Aquino, padrone del fratello [Costantino Testi], che gli ha offerto ospitalità, mostra speciale devozione nei confronti della casata estense. Riferisce poi alcune informazioni sulla salute del papa [Paolo V]: anche se dice di stare bene, non si è davvero rimesso dalla malattia poiché ha le gambe gonfie, è molto pallido e si mormora che sia affetto da idropisia. Passa poi a parlare del concistoro tenutosi il lunedì della settimana precedente, in cui ci si aspettava la creazione di nuovi cardinali, cosa che non è avvenuta. Si dice, infatti, che [Scipione] Borghese voglia nominarne molti, in modo che siano a lui favorevoli nel futuro conclave, ma, al momento, i posti disponibili sono solamente nove, mentre coloro che vi aspirano sono troppi. Anche monsignor [Antonio] Pignatelli ha ritardato la creazione dei cardinali, dal momento che Borghese lo vorrebbe nominare a tutti i costi, mentre invece il papa vi si oppone. Informa poi il Duca sulla percezione che si ha a Roma dei successi spagnoli in Valtellina: non sono ben compresi e si dice che questa sia "l'ultima catena ch'essi pongono all'Italia". Tuttavia, l'arrivo dell'Aldighiera [Francesco Lesdiguières] a Torino fa sospendere il giudizio e sperare in una risoluzione. Il parere del Testi, tuttavia, è che cercare di indovinare gli interessi dei potenti è troppo temerario. Infine riferisce che dalla corte di Spagna si ordina al Viceré di Napoli [Gaspare] Borgia di destituire tutti gli ufficiali nominati dal Duca d'Ossuna [Pedro Téllez - Girón y Guzman]. Borgia ne ha infatti sostituiti nove con altri a sua scelta, mentre al Duca d'Ossuna si è proibito di arrivare a corte e si dice che si trattenga a Pennafier presso il figlio. |
Fonte o bibliografia |
Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, p. 18-19. |
Compilatore |
Ghelfi Laura |
|
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|