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Mittente |
Testi Fulvio |
Destinatario |
Strozzi Niccolò |
Data |
19/8/1620 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Modena |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Mandai a Vostra Signoria la canzone per riceverne documenti e correzioni |
Contenuto e note |
Testi informa l'abate Strozzi di avergli spedito la canzone ['Al Padre Maestro Constantino Testi mio fratello. Che fallaci sono le speranze della Corte'] per ricevere correzioni e invece, per sua gentilezza, egli gli ha tributato solo elogi e lodi. Ammette di aver aspettato anche che l'abate gli invisasse alcune sue proprie composizioni. La copia delle 'Rime' ['Rime di Fulvio Testi all'invittissimo principe Carlo Emanuello duca di Savoia', Modena, Giulian Cassiani, 1617] che aveva promesso di spedire è pronta, ma non ha più rivisto l'uomo che avrebbe dovuto svolgere la commissione. Attende, dunque, che l'abate gli faccia sapere se vuole che la invii tramite corriere. Testi ha notato che al suo intelocutore piacciono le poesie in stile oraziano e dato che ne ha composta una proprio nello stile di "Iam pauca aratro iugera regiae" [Orazio, Carmina, II, 15] gliela manderà, ma prima aspetta qualche suo componimento. Conclude chidendo di portare i suoi saluti al signor Giobatta [Giovan Battista Strozzi]. |
Fonte o bibliografia |
Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, p. 17. |
Compilatore |
Ghelfi Laura |
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