Mittente Testi Fulvio Destinatario Strozzi Niccolò
Data 1/8/1620 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Modena Luogo di arrivo Firenze
Incipit Le Rime ch'io stampai ultimamente, come che fossero miei parti, non ebbero miglior fortuna del padre
Contenuto e note Testi scrive all'abate Niccolò Strozzi che le 'Rime' ['Rime di Fulvio Testi all'invittissimo principe Carlo Emanuello duca di Savoia', in Modona, per Giulian Cassiani, 1617] da lui pubblicate recentemente, non hanno avuto miglior fortuna del loro autore. Ironicamente, infatti, il Testi afferma che il compassionevole padre inquisitore, per nascondere le loro "vergogne", ha deciso di sopprimerne tutte le copie. Le poche a lui rimaste le ha date via in pochissimo tempo e, così, è stato costretto a rispondere negativamente alle altre richieste che in seguito gli sono state formulate. La stessa cosa è costretto a fare con lo Strozzi, dal momento che, nonostante accurate ricerche, non è riuscito a recuperarne nemmeno una. Infatti, è più facile far uscire un'anima dal Purgatorio che un libro "dall'ugne uncinute di cotesti frati". Tuttavia, se lo Strozzi lo desidera, egli gli manderà, in mancanza delle stampe, delle composizioni manoscritte. Chiede al suo interlocutore di riverire in suo nome il signor Giobatta [Giovan Battista Strozzi]. Infine, gli chiede di inviargli due copie della tragedia di Prospero Bonarelli ['Il Solimano', Firenze, Pietro Cecconcelli, 1619].
Fonte o bibliografia Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, pp. 15-16.
Compilatore Ghelfi Laura
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